Con l’avvicinarsi della fine dell’anno scolastico, molti bambini e ragazzi iniziano a manifestare segni di ansia da prestazione: insonnia, mal di pancia prima di andare a scuola, crisi di pianto, irritabilità o blocchi nel momento dello studio.
È una situazione sempre più frequente, soprattutto in questi anni in cui le aspettative sono elevate e il confronto con i coetanei, anche tramite i social, è costante.
Vediamo insieme cos’è l’ansia scolastica, perché si manifesta e cosa può fare un genitore per aiutare il proprio figlio.
Cos’è l’ansia da prestazione scolastica
L’ansia da prestazione è una risposta emotiva intensa che nasce quando il bambino o ragazzo sente di dover dimostrare qualcosa – a se stesso, alla famiglia o agli insegnanti – e ha paura di fallire.
Si manifesta con sintomi fisici, emotivi e comportamentali, come:
- Mal di pancia, nausea, mal di testa
- Difficoltà a dormire o incubi
- Irritabilità, scoppi di rabbia o pianto
- Evitamento dello studio o della scuola
- Blocchi di fronte ai compiti o al solo pensiero dell’esame
Perché nasce questa ansia?
I fattori scatenanti possono essere diversi:
- Pressione interna (es. “devo andare bene o deludo tutti”)
- Aspettative dei genitori o insegnanti
- Paura del giudizio o del confronto con i compagni
- Storia personale di insuccessi o insicurezza
- Bassa autostima e scarsa fiducia nelle proprie capacità
Cosa può fare un genitore per aiutare
Molti genitori, anche senza volerlo, aumentano la pressione sul figlio. Ecco alcuni consigli per supportarlo davvero:
Cosa dire:
- “So che ti stai impegnando, sono fiero di te a prescindere dal voto.”
- “Quello che conta è che tu ci provi, non essere perfetto.”
- “Se sbagli, non succede niente: possiamo sempre imparare insieme.”
Cosa evitare:
- “Se non prendi almeno 8, non vai in vacanza.”
- “Lo sapevo che non ti impegnavi abbastanza.”
- “Tuo fratello alla tua età era molto più responsabile.”
Strategie psicologiche semplici ma efficaci
Alcuni strumenti possono aiutare concretamente il bambino o ragazzo a gestire meglio l’ansia e aumentare la fiducia in sé:
- Tecniche di respiro e rilassamento prima di studiare o dormire
- Pianificazione dello studio con pause regolari
- Ristrutturazione cognitiva: aiutare il bambino a trasformare i pensieri disfunzionali (“non ce la farò”) in pensieri più realistici (“posso provarci e vedere come va”)
- Routine del sonno e alimentazione equilibrata
- Attività piacevoli prima e dopo lo studio per bilanciare lo stress
Quando rivolgersi a una psicologa
Se noti che tuo figlio:
- Ha un blocco costante nello studio
- Si sveglia piangendo o ha frequenti attacchi d’ansia
- Non vuole più andare a scuola
- Ha sintomi fisici che non hanno cause mediche evidenti
… può essere utile un breve percorso di sostegno psicologico, che aiuti a normalizzare le emozioni, dare strumenti pratici e prevenire un disagio più profondo.
Ricorda
L’ansia, se ascoltata e gestita, può diventare una risorsa per imparare a conoscersi meglio e affrontare con più serenità le sfide della vita scolastica.
Sono Barbara Marino, psicologa con approccio cognitivo-comportamentale, e lavoro con bambini, adolescenti e genitori per affrontare insieme situazioni come l’ansia scolastica, le difficoltà emotive e la gestione dello stress.
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